Vettori, sbilanciamenti e nuovi equilibri

Siete degli innovatori? Se la risposta è si allora forse i semplici ragionamenti che seguono vi interesseranno.

Dunque, facciamo un piccolo sforzo di immaginazione (se davvero siete innovatori per voi sarà un gioco da ragazzi). Immaginate che l’innovazione che volete generare, il cambiamento desiderato che volete originare, sia determinato da una freccia, un vettore. Le energie e le risorse che impegnate determinano l’intensità della freccia, mentre direzione e verso puntano il vettore al luogo dove intendete generare il cambiamento.

Ora immaginate che anche altri giocatori, altri innovatori, abbiano la loro bella freccia, più o meno dimensionata e orientata. Fatto? Ora prendete abbondante colla vinilica e mettete tutte queste belle frecce su un bel foglio colorato. Et voilà, avrete ottenuto un’opera d’arte che potrete chiamare “innovazione e caos”, forse più correttamente con la “e” accentata.

Anche tornando seri dobbiamo constatare, purtroppo, che il gioco dell’innovazione si compie sostanzialmente in questi termini. Ciò, almeno in parte, accade anche perché siamo indottrinati da decenni di focus sulla competizione realizzata attraverso teorie pseudo porteriane.

Credo sia facile per voi ora, immaginato questo quadretto, intuirne l’esito medio, dato che come è noto frecce di pari intensità e verso opposto si annullano. Tanti sforzi e risorse sprecate per determinare come risultato esiti ridicoli o controproducenti, e ulteriore disordine.

In effetti l’innovazione è una questione di squilibri. Un problema (se percepito) è uno squilibrio, e il fine ultimo dell’innovazione consiste nel permettere alle persone (sovente solo ad alcune), attraverso le loro scelte, di cambiare qualcosa in maniera per loro desiderata. Persone diverse desiderano cose diverse, oppure desiderano le medesime cose ma spesso in esclusiva (perfino con risorse non scarse), e ciò determina il proliferare di certi vettori.

L’esito è noto. Poche innovazioni attecchiscono, una minima parte dei brevetti ha successo, le risorse investite non rientrano, molti “prodotti” vengono ritirati, e così via.

Bene, ora che ci siamo tirati su il morale, proviamo a condividere anche qualche possibile rimedio.

Sarà bene che chi innova maturi un punto di vista sistemico. Anche se oggi ho deciso di non tediarvi parlandovi di flussi e feedback, possiamo almeno tentare di immaginare e porre sul nostro foglio immaginario anche altre forme e vettori di cambiamento come ad esempio trend e megatrend, abitudini e pregiudizi, leggi e normative.

Innovare senza tenere in debito conto queste grosse frecce, o addirittura contrastarle, può essere davvero controproducente. Invece orientare i propri sforzi coerentemente a questi vettori può aiutarci ad arrivare in maniera più efficace ed efficiente dove stiamo puntando.

Ciò non significa che abbiamo traiettorie e obiettivi obbligati, ma che possiamo sfruttare meglio alcune risorse presenti nei sistemi, un po’ come si fa con l’effetto fionda, che usa la forza gravitazionale dei pianeti, per compiere i viaggi spaziali.

Ovviamente è pure possibile che tante frecce piccole possano comunque influenzare e deviare frecce grandi, ma serve essere ben coordinati e ciò non è sempre facile da farsi (tranquilli, quest’oggi non vi tedierò nemmeno parlandovi di strategie di innovazione coopetitiva).

Quindi, l’innovazione può essere intesa come un super sistema antropico-entropico. Il disordine è, in un certo senso, necessario come fattore scatenante bisogni e necessità, come generatore di problemi, anche se spesso non percepiti, che esigono nuove forme di equilibrio/squilibrio. Quando innoviamo, generando cambiamento, rimodelliamo questo sistema.

Gli strumenti e le tecniche per osservare e trattare i sistemi nel modo che sto suggerendo, forse in maniera un po’ banale, in verità non sono semplici. Tuttavia certe modalità sono indispensabili, non solo per ridurre i tempi e i costi che impieghiamo per realizzare le nostre innovazioni, ma anche e soprattutto per incrementarne il potenziale di successo.

Vi auguro buona intensità, direzione e verso.

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