Un cruscotto per il problem solving creativo
Nel precedente post ho segnalato come la capacità di trattare i problemi sia, e sarà, un fattore critico per la prosperità delle aziende. In particolare ho sottolineato come complex problem solving, critical thinking, creativity, judgement and decision making, cognitive flexibility, potessero essere intesi come aspetti di una medesima e complessiva capacità di fare problem solving.
Unione Artigiani di Milano, da sempre sensibile a certi temi, mi ha incaricato di elaborare un corso di problem solving che condensasse i principali strumenti di solving creativo. Per questo ho distillato alcuni potenti strumenti e tecniche di pensiero all’interno di un percorso formativo in sei incontri settimanali di due ore. Lo scopo dichiarato è quello, con il minimo impegno di tempo possibile e nell’arco di appena un mese e mezzo, di riuscire ad instillare alcuni fondamentali e un comportamento sistematico e sistemico nell’affrontare i problemi.
Lo stile cognitivo di ognuno di noi riflette e si esprime anche nelle strategie e nelle euristiche che utilizziamo per far fronte ai problemi. È proprio attraverso l’arricchimento di queste che il corso si propone di migliorare la capacità di solving.
Assunto che non tratterò di brain storming, pensiero laterale e altre tecniche “modaiole”, e che la quantità di materiale da condensare in così poco tempo passa soprattutto attraverso l’imbuto dell’apprendimento, nella preparazione del corso ho quindi dovuto utilizzare alcuni strumenti di solving. Insomma, ho dovuto usare il solving per il solving, al fine di renderlo più efficacemente apprendibile.
Un esito di questo lavoro ha portato a “tradurre” in qualcosa di fisico gli strumenti di pensiero che solitamente si esprimono attraverso diagrammi, grafici, database, tabelle, mappe e matrici.
Nell’era delle app e dell’immaterializzazione, ho pensato fosse necessario dare concretezza e materialità a qualcosa che è per definizione intangibile, cioè la nostra capacità di pensare. Sia chiaro, è evidente che l’esito della nostra capacità di riflettere e risolvere si concretizza nel nostro agire e nelle innovazioni che realizziamo. Quasi ogni oggetto che ci circonda è l’esito di ciò. Tuttavia ho pensato che immaginare in concreto i nostri tool di solving fosse di aiuto ad apprenderli. Per questo ho concepito gli strumenti di solving come fossero dei comandi di un cruscotto.
La prima slide che presenterò durante il corso sarà appunto un cruscotto, ricco di interruttori e manopole. Questi rappresentano gli strumenti, le modalità di osservare e riflettere, attivabili durante le attività di problem solving creativo. L’apparente complessità di questo cruscotto può disorientare (il nostro cervello cerca semplificazioni) ma se lo paragonate anche solo al telecomando della vostra televisione vi accorgerete che non è poi così complicato, e migliorare la competenza del risolvere i problemi è ben più importante che non sintonizzare un canale.
I nomi dei singoli strumenti, sul cruscotto di questa slide iniziale, non sono indicati. Ma il cruscotto così rappresentato illustra solo un inizio e servirà per aiutarci a comporre e collocare, al termine della formazione, le singole competenze e la conoscenza che andremo ad acquisire. Al termine del corso vedremo come ogni interruttore e manopola hanno un significato, e come si possono usare.
Durante l’apprendimento ci “limiteremo” a trattare di solving sistematico e creativo, ma vorrei fosse chiaro che tali modalità di pensiero sono alla base di temi di ben più ampio respiro, come l’innovazione e la capacità di generare cambiamento desiderato.
Con questo post offro a tutti l’opportunità, attraverso una metafora, di reinterpretare e immaginare le proprie abilità di pensiero come qualcosa di fisico, ordinabile e strutturabile.